Un Angelo di nome Giuda _ il Blog

21 aprile 2009

Qualcosa mi sfugge… (Ipocrise spicciole)

Filed under: Pensieri e Parole — Daniele Traferro @ 15:34

E’ un po’ che non scrivo nuovi post, lo so, non so se a qualcuno sono mancato, però, benché si parli molto della “Dipendenza da Internet”, io riesco ancora a scrivere qualcosa solo quando un argomento fa in modo che un commento si formi dentro di me, pronto a manifestarsi su di una tastiera prima e un monitor poi.

Perché ora c’è veramente qualcosa che mi sfugge…

I Maestri Zen dicono che quando non sei sulla via del Tao gli alberi sono alberi e le montagne sono montagne…

E quando sei sulla via del Tao gli alberi non sono più alberi e le montagne non sono più montagne…

Fino a quando non raggiungi la piena consapevolezza del Tao, allora gli alberi sono alberi e le montagne sono montagne…

Ecco, io non so se sono sulla via del Tao, ma molte cose di questo mondo mi risultano strane, come se, appunto, ci fosse qualche verità nascosta che però a me sfugge.

E lo dico con serenità e leggerezza, con spirito divertito, come un bambino che non comprende cosa succede, però trova tutta la situazione spassosa.

Ultimamente, nonostante le tragiche notizie che elenca, io trovo che le trasmissioni più divertenti siano i telegiornali.

L’informazione oggi è fantastica, e non solo in Italia, purtroppo.

Ieri guardavo i servizi sulla conferenza Durban 2 dell’ONU a Ginevra sul razzismo, dove veniva mostrato sullo sdegno di tutti i delegati europei che hanno lasciato l’aula, le proteste delle varie associazioni studentesche ebraiche e i commenti delle varie fazioni coinvolte dal discorso del presidente iraniano Ahmadinejad.

Ora, non trovate anche voi tutta la questione comicamente ipocrita?

Se si fa una conferenza internazionale aperta a tutti i paesi, allora ci si deve aspettare che qualcuno porti argomentazioni diverse, ed in questo caso, visto che è una conferenza, le si dovrebbe ascoltare, rispettare ed eventualmente controbattere con argomentazioni valide.

Se invece ci si vuole dire tra noi quanto siamo bravi e belli, allora non si dovrebbe invitare chi si sa già avere idee palesemente e manifestamente diverse.

Quindi, perché mai scandalizzarsi per le parole di Ahmadinejad?

Ha forse detto qualcosa di nuovo e/o inaspettato?

Qualcuno era veramente convinto di poter ascoltare un discorso diverso da quello che è stato fatto?

Ipocrisia.

Pura, semplice e premeditata ipocrisia perbenista.

Perché delle due l’una, o tutta la scena era stata programmata in modo da cercare di mettere una (mi ripeto) ipocrita linea di demarcazione tra i buoni e i cattivi, chiamando sul palco il presidente iraniano per poi scandalizzarsi in mondovisione delle sue parole, oppure i nostri rappresentati all’ONU sono solo dei poveri ingenui, illusi e idealisti.

Non tutti in realtà, perché alcune nazioni, compresa l’Italia, hanno rinunciato a partecipare proprio per non far parte del teatrino tragi-comico-ipocrita che si è rivelato.

E oggi giù con i commenti scandalizzati dei moralisti perbenisti, cultori del mondo libero e giusto, con pari diritti per noi e pari doveri per gli altri.

Attenzione, io non ho espresso alcun giudizio sul discorso incriminato, quello fa parte della nostra propria coscienza, io ho fin qui espresso la mia opinione su chi crea situazioni discutibili solo per mostrarsi bravo e bello di fronte al mondo.

Vado un pochino più avanti.

C’è il diritto all’informazione, che è universalmente riconosciuto.

Ma se io sono un pazzo delirante non ho alcun diritto di andarmene in televisione a declamare i miei proclami inneggianti a morte e distruzione.

Provateci voi, provate a mettervi in una piazza a dire di distruggere città, cancellare popoli, estirpare culture e vedete se non finite in qualche stanza chiusa a chiave senza passare dal via.

Però, se io sono il capo del più delirante gruppo terroristico al mondo, cui vengono addebitate le peggiori stragi del secolo scorso, allora posso dire ciò che voglio sicuro che tutti i media mondiali faranno da eco alle mie parole.

Il tutto senza alcun senso, senza alcuna ragione logica, senza alcuna utilità oggettiva.

Eppure questi sono i titoli dei nostri giornali “Entro il 2010 si prevede un attacco terroristico devastante ad una delle principali capitali europee”, “Entro il 2016 i gruppi terroristici potranno entrare in possesso di armi nucleari”, e, aggiungo io, “Entro il 2069 la carta igienica verrà fatta utilizzando carta vetrata usata”.

Ah, la mia è una cavolata?

Perché le altre due notizie no?

E’ un diritto all’informazione!

Si, bravi, all’informazione imbecille e terroristica.

Nella seconda guerra mondiale l’Inghilterra si è salvata dal capitolare sotto le V1 e le V2 tedesche solo perché nessun organo di informazione ha mai parlato dei danni devastanti subiti, e i tedeschi, a parte la loro rete di spie, non hanno avuto dati reali sulla precisione e la portata dei loro bombardamenti.

Settanta anni dopo noi facciamo pubblicità ai gruppi terroristici, ai dittatori, ai macellai (non nel senso di negozianti), perché i nostri giornalisti gioiscono nel poter descrivere qualche tragedia, nel mostrare il sangue sull’asfalto, nel riprendere persone ferite e piangenti.

Il tutto sull’altare del sacro diritto all’informazione.

Ipocrisia. Stupida, dannosa, viscida e pericolosa ipocrisia.

Sapete quali nazioni prendono parte della commissione ONU per i diritti umani? L’organismo il cui mandato è quello di supervisionare il rispetto e le violazioni dei diritti umani in tutti gli stati aderenti alle Nazioni Unite e informare l’opinione pubblica mondiale dello stato dei diritti umani nel mondo?

Ve ne dico alcuni: Arabia Saudita, Cina, Cuba, Sudan, Zimbabwe…

Continuo? Tunisia, Marocco, Pakistan, Russia, Messico, Egitto…

Tutti paesi famosi per l’assoluto rispetto e garanzia dei diritti umani.

Un po’ come mettere Dracula alla commissione ONU per la raccolta e distribuzione degli emoderivati, oppure, non so, il mostro di Marcinelle alla commissione ONU per i diritti dell’infanzia, Torquemada alla commissione per i diritti sulla libertà religiosa, Jack lo Squartatore a quella per i diritti della libera prostituzione e così via…

Se non è solo pura ipocrisia, allora mi sto proprio perdendo qualcosa…

Oramai ci sono, affronto l’ultimo argomento di oggi.

Oramai l’identità personale si sta irrimediabilmente perdendo.

Tendiamo tutti a “classificarci” in qualcosa, una sorta di contenitore che ci renda riconoscibili e ci protegga.

Alcune categorie, però, hanno una sorta di classificazione privilegiata, che di fatto oramai tende ad escludere ogni questione personale per spostarla verso qualcosa di indefinitamente più alto, più nobile, più apparentemente importante.

Ecco allora che mentre sono fermo al semaforo un’altra auto mi tampona violentemente.

Perdendo un pochino della gentilezza che mi è propria, magari spaventato per il botto, potrei tendere ad uscire ed apostrofare l’altro guidatore con un banale “Ma cosa fai idiota dormi? Non mi avevi visto che ero fermo?”

Ora, se l’altro è un muratore di Tor Pignattara, o un panettiere di Posillipo, o uno scaricatore di porto genovese, magari potremmo finire a litigare finché non arriva qualcuno delle forze dell’ordine a mettere a posto le cose…

Ma…

Ma se invece chi mi tampona appartiene ad una delle categorie privilegiate, ecco che immediatamente io divento qualcos’altro.

Perché se chi mi ha tamponato è di colore, io automaticamente divento razzista.

Se è un extracomunitario, io divento xenofobo.

Se è un prete, io divento anticlericale.

Se è un ebreo, io divento antisemita.

Se è un parlamentare, il mio diventa un inaudito attacco alla democrazia.

E così via…

E’ di oggi la notizia della Juventus punita con una partita a porte chiuse, (che vuol dire un monte di soldi di biglietti non incassati), per i cori razzisti verso un giocatore di colore dell’Inter da parte della sua tifoseria.

E oggi i soliti moralisti benpensanti si chiedevano a tutta pagina “La nostra tifoseria sta diventando razzista?”

Da rovesciarsi dalle risate.

Ma il giocatore fa parte di diritto di una delle categorie privilegiate, perché se avessero insultato, come succede praticamente ogni domenica, magari usando altre parole ugualmente offensive qualsiasi altro giocatore non di colore, la squadra di casa non sarebbe stata punita, come in effetti non avviene.

Cose se ci fossero insulti più insultanti di altri.

Come se davvero fossimo tutti uguali ma qualcuno è più uguale di altri…

Abbiamo giornalisti settantenni plurilaureati che ogni giorno litigano e si azzuffano come oche starnazzati in tutti i programmi di calcio, abbiamo giocatori da 2 metri per 100Kg che al minimo sfioramento fanno 100 capriole manco fossero saltati su di una mina antiuomo, solo per rubare un rigore e vincere immeritatamente una partita, dirigenti miliardari che non riescono a costruire una frase senza insultare la grammatica italiana, poi ci scandalizziamo se dalla curva dello stadio arrivano cori imbecilli preoccupandoci della deriva razzista dei nostri tifosi.

Mi sto perdendo qualcosa, forse, spero, sono sulla via del Tao, dove gli alberi non sono più alberi e le montagne non sono più montagne…

 

 

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