Un Angelo di nome Giuda _ il Blog

5 agosto 2008

Comunicare

Filed under: Pensieri e Parole — Daniele Traferro @ 16:06

Partendo dal fatto che il 70% della comunicazione verbale è composta da ciò che viene “espresso” più che da ciò che viene detto, nel senso che noi comprendiamo dai gesti, dalle espressioni, dal tono della voce di chi ci parla più che dalla sequenza delle parole che ascoltiamo, mi chiedo: quale comunicazione avviene tramite un libro?

Non ci sono espressioni, non c’è un tono della voce, non ci sono sguardi che si intrecciano, corpi che si sfiorano… ci sono pagine scritte, parole che inseguono parole, frasi che si manifestano nella serena solitudine di chi legge.

Forse, in realtà, qualcosa di più ci può forse essere dato dal carattere usato, magari dalla copertina, dalla punteggiatura…

Eppure le pagine dei libri riescono a comunicare più di ciò che vi è scritto.

Decisamente affascinante.

Mi sono infilato in questa complicata disquisizione partendo dai commenti di alcuni di voi, di Novella, che in un suo commento finito non so perché in spam, ma ora pubblicato come deve essere, viene toccata dal mio esempio del grande pianoforte bianco a coda, da Mauro, che comprende ed fa notare come nel nostro mondo vige la regola del “o con me o contro di me”, ribadendo ad un mio commento dove esprimevo il desiderio di non essere per forza infilato in qualche scatola prestampata, etichettato di “qualcosa” e messo in archivio.

Quindi, ognuno di noi, me compreso, scrive cercando di esprimere quanto più possibile ciò che vuole essere espresso, ma visto che il risultato è incerto, gioco forza lascia altri messaggi, non compresi tra le frasi stampate nero su bianco ma comunque presenti.

E la cosa più affascinante è che queste briciole sul sentiero, questi piccoli semi che la nostra anima lascia nascosti tra le pieghe del lavoro della nostra mente cosciente, attraggono altre anime, sviluppando in loro sensazioni più o meno consce, così che chi legge, toccato da ciò che pure non è scritto, chiede, e si chiede, se il messaggio è realmente presente, se l’interpretazione è corretta, se veramente si vibra della stessa frequenza, avendo del mondo visioni simili.

Il problema è che a volte, e qui vorrei il conforto di qualche scrittore “vero”, neppure chi scrive è cosciente di ciò che è contenuto nel suo libro, e solo il confronto con altri lettori può svelare ciò che nascosto pure all’autore.

Parlerò ancora di questo, in particolare risponderò alle curiosità di Novella, c’è altro da dire al riguardo.

Ma forse è ora di smettere, prima che mi perda da solo in contorti sentieri esistenziali…

2 commenti »

  1. Ma cosa sono le “xipos” di cui parli in diverse parti verso la fine del libro?
    E a quando un accenno sulla numerologia contenuta nel libro?

    Commento di Jeff — 15 agosto 2008 @ 19:42

  2. Bellissimo! L’autore dando spazio a una vena decisamente surreale è capace di variare al infinito i registri della sua scrittura.I presonaggi come fantasmi mentali che popolano il libro acquistano come per incanto carne e sangue, comunicando un paradossale calore vitale. Il lettore si trova coinvolto in una fortissima tensione che è sopratutto emotiva, come se fosse costretto a capire qualcosa di sè che avrebbe forse preferito gli restasse ignoto.

    Commento di ombra — 3 settembre 2008 @ 19:38


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